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MESSAGGIO DEL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI E MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE, ON. ANTONIO TAJANI, IN OCCASIONE DEL 69° ANNIVERSARIO DEL DISASTRO DI MARCINELLE, E LA 24° GIORNATA NAZIONALE DEL SACRIFICIO DEL LAVORO ITALIANO NEL MONDO

L’8 agosto è, ormai da 69 anni, una delle pagine più tristi della nostra storia.

Un dolore che condividiamo con gli altri 11 Paesi che quel giorno persero tanti dei loro figli nella miniera del Bois du Cazier e che fa di Marcinelle una tragedia italiana ed europea, come ho voluto sottolineare con forte emozione durante le numerose visite nelle mie diverse funzioni, da Parlamentare europeo, Vice Presidente della Commissione Europea, Presidente del Parlamento Europeo e da ultimo Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri.

A distanza di tanti anni, Marcinelle – come anche Monongah negli Stati Uniti, Mattmark in Svizzera, luoghi di incidenti simili – evoca ancora oggi le storie dei nostri connazionali partiti dall’Abruzzo, dal Veneto, dalla Calabria e da tutte le regioni d’Italia, il loro sudore e voglia di riscatto. Storie e ricordi che arricchiscono spesso i miei incontri con i connazionali all’estero  o le mie visite in Italia, come nella cittadina calabra di Motta San Giovanni a dicembre scorso.

A loro il Governo Berlusconi ha voluto dedicare nel 2001 la “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”. Una commemorazione che va oltre il ricordo di un singolo0 evento per celebrare chi ha portato nel mondo – dando l’esempio con il suo duro lavoro – il saper fare italiano e i nostri valori di tenacia, solidarietà, orgoglio di appartenenza.

Le corone di fiori che saranno deposte questa mattina ai piedi della stele di Marcinelle, presenti con la tuta da lavoro blu e l’elmetto gli ultimi testimoni di quel giorno, sono un segno di riconoscenza verso il loro sacrificio. Ma sono anche un modo per celebrare lo straordinario contributo allo sviluppo che le nostre comunità continuano a dare ai loro Paesi di elezione, grazie anche all’apporto di nuove generazioni di professionisti, ricercatori, operai e tecnici.