La qualità dell’olio d’oliva italiano e il sistema di controlli che assicurano l’elevata sicurezza dei diversi prodotti. Questo il focus dell’incontro virtuale organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Washington DC per approfondire la tematica con gli addetti ai lavori – importatori, distributori, associazioni, funzionari – ma anche con un pubblico di consumatori.
“Il consumo e la domanda di olio d’oliva negli Stati Uniti stanno attraversando un trend di crescita nonostante l’ultimo biennio sia stato caratterizzato da alcune fluttuazioni”, ha ricordato l’Ambasciatore d’Italia negli USA Armando Varricchio nel suo intervento introduttivo. “L’olio d’oliva è una componente sempre più rilevante nelle abitudini alimentari delle famiglie americane e l’Italia è il più importante partner degli USA in questo settore, fornendo in valore, con oltre mezzo miliardo di dollari di export, circa il 40 per cento dell’olio importato”.
Ad aprire l’evento Felice Assenza, Capo dell’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del MIPAAF, il massimo responsabile italiano del settore verifiche antifrode del settore. Al dibattito, moderato da Lucrezia Scarampi, dietista a New York, hanno partecipato Marco De Ceglie, in qualità di Chair del Comitato Esecutivo della North American Olive Oil Association (NAOOA), e Maria Francesca Di Martino, imprenditrice nel settore oleario e rappresentante dell’Associazione Nazionale delle Donne dell’Olio.
Per l’Italia è strategicamente importante valorizzare i sistemi di qualità e la sicurezza di tutte le nostre produzioni, sia quelle destinate alla grande distribuzione sia quelle più di nicchia per la ristorazione e i locali specializzati, evidenziando l’eccellenza delle nostre denominazioni d’origine e l’unicità della nostra offerta. Nel farlo, l’Ambasciata è attiva con le Istituzioni e le Associazioni americane e segue attentamente i possibili sviluppi nell’ambito del dibattito sulla qualità dell’olio e sugli standard USA che vede coinvolti, tra gli altri, il Congresso USA e la Food and Drug Administration. Oltre il 95 percento dell’olio d’oliva consumato negli USA è importato dall’estero e l’Italia, come primo fornitore, è un partner essenziale.